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La Dimora del Graal

Serenella Costa, l’arte dei nonluoghi tra realtà e sogno

Aggiornamento: 24 apr 2022


Scelsi il celeste blu e bianco

e mi accorsi che portavo dentro

il mare

Aggiunsi il marrone sfumato dorato assolato

e mi accorsi che portavo dentro

la sabbia

Poi guardai muoversi d’intorno

il mondo

e mi accorsi che portavo dentro

il mare che abbracciava il mondo.


(Dominga Carrubba, Scelsi il celeste blu e bianco)


È la mostra “Orizzonti Mutanti” in esposizione all’interno della collettiva “Painting Sculpture” allestita alla galleria messinese Spazio Macos, che presenta l’arte narrativo-evocativa di Serenella Costa.


Le opere di Serenella Costa s’inseriscono nel panorama della pittura contemporanea che si potrebbero riferire alla corrente del realismo astratto, teorizzato da Gastone Biggi.


Se il realismo traduce sulla tela lo spazio naturale, allora l’astrattismo interpreta i luoghi della mente e dell’anima, tale che il realismo astratto diventa trait d'union tra le due dimensioni, creando i nonluoghi interiori.


Le individualità che attraversano i luoghi fisici appaiono come singole monadi musicali segnate negli spazi e sulle linee di un pentagramma, ovattate e ripiegate nel proprio suono, perché ignare dell’armonia che possa derivare dall’unione dei molteplici suoni strumentati con timbri diversi da un’orchestra.


Strade, aeroporti, stazioni ferroviarie, centri commerciali, mezzi di trasporto diventano luoghi dove gli individui s’affollano senza incontrarsi, corrono verso una meta destinata a consumarsi nell’attimo in cui venga raggiunta, camminano su percorsi convenzionali senza interagire.


S’incrociano quasi mettendo a tacere il proprio “io” smarrito nell’identità sociale.


Invece, i colori caldi della sabbia mescolata alla schiuma del mare tratteggiati dall’artista esprimono l’impronta silenziosa che lo scambio emozionale può lasciare.


Non è il rumore delle parole a dare voce ad un incontro, ma la consapevolezza di essere tutti strumenti di una partitura, chiamata vita, e lo stupore di riconoscersi nell’altro come un’onda in quella che si avvicenda e s’incontra.




Sempre camminerò per queste spiagge / tra la sabbia e la schiuma dell’onda. L’alta marea cancellerà l’impronta /e al vento svanirà la schiuma. Ma sempre spiaggia e mare rimarranno.” (Kahlil Gibran, Sabbia e schiuma)


La sabbia degrada verso il mare, quasi ne condividesse il destino, e la schiuma svanisce come tempo che sfugge, ma la prima forma la spiaggia e la seconda è il fragore del mare.


Ma sempre spiaggia e mare rimarranno come allo stesso tempo i sentimenti rimarranno sempre artefici degli incontri.


La poetica pittorica di Serenella Costa appare come una dialettica intimistica intorno al microcosmo umano.


Le sue tele traducono il dialogo tra la realtà materiale e quella interiore tramite i timbri dei colori e un metalinguaggio figurativo, dove l’esteriorità degli spazi oggettivi comprende una visione introspettiva.


Non c’è sguardo che sobbalzi nei pensieri quando sia trasportato da un traghetto, tale che il marrone della costa all’orizzonte evapora in una mescolanza di colori dal ritmo dinamico.


L’intervista

"La pittura è poesia silenziosa, la poesia è pittura che parla".


Questa frase del poeta greco Simonide di Ceo mette a confronto due forme d’arte diverse e complementari nell’emozionarsi. Se pensa al momento o all’immagine da cui è scaturito il suo “fare pittura”, quale sceglierebbe?


Sceglierei “la pittura è poesia che parla” perché l’artista nel momento in cui si accinge a dipingere esprime desideri, pensieri, passioni e sentimenti.


Tolstoj disse “l’arte è la capacità di suscitare quel sentimento di gioia nel rapporto che si instaura tra l’artista e gli altri che contemplano l’opera”


Non a caso si è detto “fare pittura”, perché in una composizione pittorica, oltre ad un sentimento o un’idea, ci sono lo stile e la tecnica.


Quali sono lo stile e la tecnica che caratterizzano le sue opere pittoriche?


Predilige la riproduzione della realtà oppure la reinterpretazione e la sperimentazione dei linguaggi pittorici?


Adopero per lo più l’olio, ma non disdegno l’acrilico o l’acquerello.


Rappresentare la pura realtà non è nel mio stile, perché la mia pittura si può definire pittura informale, per cui dipingo il mio “sentire” anche in forma astratta.


La ricerca dell’immagine e della sovraesposizione mediatica hanno monopolizzato la nostra società. Pensa che l’arte possa tuttora esercitare un ruolo divulgativo di contenuti e veicolare emozioni?


L’arte è emozione. Arte non è il bello o solo l’originale, anche un soggetto qualsiasi può esserlo; è ciò che ti colpisce e che suscita un pensiero sia in negativo che in positivo.


Se fosse possibile tornare indietro nel tempo, quale corrente artistica sceglierebbe come più coerente all’impronta estetica che segna le sue opere?


L’impressionismo perché tendo a riportare sulla tela “momenti” e “sensazioni”.


La nostra intervista è iniziata con un’antica definizione della pittura.

Qual è la sua definizione e qual è il rapporto con le sue opere?


La pittura è sentimento di un attimo, la poesia è sentimento di una vita, nel senso che la pittura mi sollecita a trasportare sulla tela le sensazioni di un momento indelebile.

Per la poesia, non essendo poeta, posso dire che essa trasmette sentimenti maturati nel tempo.



La pittura di Serenella Costa è l’eco visiva di emozioni che trovano lo spazio narrativo sulla tela.


La cifra di Serenella Costa, che unisce tecnica e composizione cromatica, veicola le figurazioni reali verso l’astrazione sinestetica.


Quasi che l’orizzonte diventi la linea surreale dove adagiare l’equilibrio fra lo spazio osservato e quello onirico.


Realtà materiale e sogno è il teatro surreale dove si muove la pittura dell’artista messinese, allestendo paesaggi suggeriti dai luoghi della memoria dove risiedono emozioni e sentimenti.


E sono proprio i moti dell’anima nel sollevare dalla razionalità rasente la terra ad essere raffigurate come concave colline metafisiche, rimandando al sogno di una realtà materiale rivolta verso l’alto e interrompendo l’apparente immobilismo monocromatico della tela.


La valenza percettiva e immaginifica della pittura di Serenella Costa è rappresentata da un oggetto diventato un archetipo nell’inconscio personale e collettivo: la bicicletta.


Il ritmo scandito dai cerchi della bici, protagonista in più tele della Costa, scandisce il tempo sequenziale nel succedersi dei luoghi incontrati, osservati, immaginati e poi raccontati dalla memoria con i colori.


L’artista riporta su tela il fermo immagine di un’esperienza che unisce sguardo e sentimento, consapevolezza e percezione, i non luoghi interiori e i luoghi reali, consegnando materia e colore ai silenzi interrotti da parole sussurrate durante il lento sciabordio del mare, non appena il sole scende in mare e l’orizzonte rosso-arancio si affaccia alla sera.


Così prendono forma incontri e dialoghi sublimati con l’arte nel rapporto sentimento-individuo-natura.









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