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La Dimora del Graal

di Dominga Carrubba - Cinzia Ruzzetti, l’artista e la natura – intervista

Aggiornamento: 2 mar 2022



La rubrica “Indizi contemporanei”, dedicata agli artisti che per caso o per scelta espongono allo Spazio Macos, galleria mecenate della Città dello Stretto e diretta da Mamy Costa, presenta Cinzia Ruzzetti.


La parola – indizio della tecnica e della poetica pittorica di Cinzia Ruzzetti è ‘natura’.


Quella stessa natura rievocata sulla tela con i colori che sostanziano le forme tracciate da una gestualità pittorica astratta, sotto il segno della libertà espressiva.


Cinzia Ruzzetti si annovera tra gli artisti partecipanti al Premio Internazionale Catalani - Seconda edizione, ideato e organizzato dalla galleria Spazio Macos e curata da Mamy Costa.


L’artista ha conseguito il Secondo Premio per l’opera “Il fascino dell'autunno”, olio su tela, con la motivazione:


Per l'uso professionale della tecnica e la fine definizione del particolare.”


Se la Chiesa dei Catalani rappresenta come l’arte possa veicolare il messaggio dell’armonia e della bellezza dalla fusione di stili architettonici diversi, allora la tela delineata dalla Ruzzetti diventa uno scenario dinamico.


Infatti, in un gioco diretto dall’immaginazione lo stile figurativo prende le sembianze di una foglia, le cui variazioni morfologiche si esternano ‘qui ed ora’.


Forse che la natura non sia la giusta regista per muovere pennellate che ne riprendano la consistenza materica con stupore nell’animo sia attore sia spettatore?


Cinzia Ruzzetti svela qualche indizio su tecnica e poetica della sua arte pittorica.

"La pittura è poesia silenziosa, la poesia è pittura che parla".


Questa frase del poeta greco Simonide di Ceo mette a confronto due forme d’arte diverse e complementari nell’emozionarsi.


Se pensa al momento oppure all’immagine da cui è scaturito il suo “fare pittura”, quale sceglierebbe?


Decisamente da “la pittura è poesia silenziosa”.


In quanto artista, sento il bisogno di esternare e cercare di creare qualcosa di bello solitamente durante un momento di malessere e irrequietezza, magari inconscio.


Si tratta per me quindi di un modo per “dire”, non tramite le parole, le frasi e le rime ma attraverso le pennellate, il colore e l’intensità.


La sensibilità necessaria a leggerci nel profondo per trasformare le emozioni in parole oppure immagini è la stessa ed io uso la seconda per esprimere parole silenziose.


Non a caso si è detto “fare pittura”, perché in una composizione pittorica, oltre ad un sentimento o un’idea, ci sono lo stile e la tecnica.


Quali sono lo stile e la tecnica che caratterizzano le sue opere pittoriche?


Predilige la riproduzione della realtà oppure la reinterpretazione e la sperimentazione dei linguaggi pittorici?


Il mio stile e la mia tecnica sono in continua evoluzione.


Penso che, così come gli inevitabili mutamenti della vita vanno affrontati con dinamismo e spirito di adattamento (pena la sopraffazione), nella pittura si debba mutare per un processo di crescita, che auspicabilmente non si arresta mai.


Infatti, ho attraversato un lungo percorso.


Dipingo da molti anni ma lavorativamente nasco come decoratrice d’interni e restauratrice.

Successivamente ho rivolto la mia vena artistica verso la pittura su tela, iniziando a dipingere su commissione copie d’autore o fotografie paesaggistiche.


Quindi ricercando la perfezione, cercando di annullare le differenze tra originale e copia. Così convincendomi di avere riprodotto un buon lavoro.


Col tempo però queste riproduzioni non mi davano più molto, come se quella ricerca della perfezione non arrivasse e/o non mi bastasse più.


Proprio agli inizi della pandemia, durante il primo lockdown quando mi trovavo chiusa in casa, sono riuscita a sbloccarmi, spronata ed incoraggiata dal mio compagno ad esprimermi liberamente.


Ho iniziato a familiarizzare con la spatola, che mi aveva sempre affascinato, per poi riuscire finalmente a creare opere astratte, a dare libera espressione al colore.


Senza avere a priori una vera precisa idea di cosa volere raffigurare, ma piuttosto visualizzandola man mano che la spatola scorreva sulla tela.


Oggi cerco di creare una realtà alternativa, la percezione di un figurativo attraverso l’astratto, facendo fluire il colore e dando vita a texture ricercate.

Provo grande soddisfazione e gioia nel sentir dire che questo particolare stile è inconfondibilmente associato a me.


Mi gratifica questa identificazione.


La ricerca dell’immagine e della sovraesposizione mediatica hanno monopolizzato la nostra società.


Pensa che l’arte possa tuttora esercitare un ruolo divulgativo di contenuti e veicolare emozioni?

L’arte è fonte di sensibilità ed espressione e non può, né deve smettere di comunicare.


Purtroppo, la società moderna si sta proiettando sempre più verso qualcosa che, a mio avviso, amplifica i sentimenti di frustrazione e insoddisfazione, rendendo tutti più irascibili e pieni di sé.


Ma anche l’arte è cambiata ed il linguaggio ed i modi di “fare arte” sono oggi innumerevoli.

Occorre solo sapere ascoltare e guardare dal profondo nel profondo.


Si dice che la speranza è sempre l’ultima a morire ed io credo che finché ci sarà qualcuno che farà e avrà bisogno di “fare arte”, allora ci sarà qualcuno che saprà e avrà bisogno di comprenderla con emozione.


Cinzia Ruzzetti, Il fascino dell'autunno


Se fosse possibile tornare indietro nel tempo, quale corrente artistica sceglierebbe come più coerente all’impronta estetica che segna le sue opere?


Mi piace pensare al movimento romantico, precursore dell’impressionismo e dell’astrattismo.


Sono amante dei paesaggi e della natura, che spesso ritraggo ora con stile figurativo ora gradualmente più astratto.


Nel romanticismo i paesaggi erano pieni di simbologia ed entrava a far parte dell’opera anche il concetto del Sublime.


Turner era un paesaggista, uno dei più importanti, soprannominato anche “pittore della luce” e in una delle massime più belle di C.D. Friederich si legge:


“chiudi il tuo occhio fisico, al fine di vedere il tuo quadro con l’occhio dello spirito.


Poi porta alla luce ciò che hai visto nell’oscurità, affinché la tua visione agisca su altri esseri dall’esterno verso l’interno”.


Con tutta l’umiltà del caso, vorrei dire che mi ritrovo molto nel loro stile e nella loro ricerca.

Il mio percorso artistico ha avuto e sta avendo in un certo qual modo la stessa evoluzione.


La nostra intervista è iniziata con un’antica definizione della pittura.


Qual è la sua definizione e qual è il rapporto con le sue opere?


La pittura è una forma terapeutica per elaborare ed elevare il proprio Io.


Che io stia ritraendo qualcosa che mi renda felice o che stia ritraendo un malessere interiore, in entrambi i casi, sto imprimendo su tela qualcosa che mi ha segnato e colpito, tanto da desiderare che resti nel tempo.


Dedico la mia anima, il mio intimo e la mia spontaneità, così lasciando andare su tela ciò che nel mio pensiero non è ancora chiaro.


Da uno stato quasi di oblio nel quale non avverto sensazioni di caldo o freddo, non percepisco ciò che mi circonda.


Infatti, ho consapevolezza solo di me stessa e della tela, manifestandosi l’inconscio e poi l’opera.


Per parafrasare, quindi, la famosa definizione, oserei dire: un grido silenzioso.


La tecnica pittorica di Cinzia Ruzzetti è arte maieutica fautrice di un ponte immaginario fra l’artista e la tela, così come fra la stessa tela e gli spettatori.


Labile autunno: la foglia sospesa al ramo nudo, mortalmente pallida

[…] Labile autunno: la foglia è caduta.


(Diego Valeri, Sentimenti dell’Autunno)


"Il fascino dell'autunno" è tratteggiato da Cinzia Ruzzetti sotto il segno di una foglia animata da olio, pigmenti in polvere e colori all'acqua liquidi su tela.


Sì, proprio animata perché, seppure sospesa fra la terra e il cielo, quasi fosse diventata aeriforme, ondivaga, tuttavia i colori ne rievocano la vita che traspira.


Il giallo-oro è luce e calore di un’estate ormai trascorsa, che tende al colore ocra rossa e marrone evocativi della terra pronta a ri-accoglierla, quando il viaggio della vita inizia una metamorfosi nuova.


Il foliage tratteggiato dall’artista rappresenta il caleidoscopio sinestetico che in autunno affascina l’immaginazione e rivitalizza la natura per la rinascita primaverile.

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