La rubrica “Indizi contemporanei” presenta Bianca Rita Teatini.
L’artista si annovera tra i partecipanti selezionati nel Premio Internazionale Catalani - Seconda edizione, ideato e organizzato da Spazio Macos, galleria d’arte messinese diretta da Mamy Costa.
Tavolozza verde turchese
sospesa
su specchi d’acqua giardini
di ninfee
Colori forme profumi
gli echi lenti nei pensieri.
Bianca Rita Teatini interpreta l’incanto della natura tramite una composizione cromatica impressionista, ponendo l’animo “en plein air” nei luoghi della creatività.
Pennellate senza contorni, evanescenti, sfumate e sovrapposte tratteggiano un paesaggio metafisico, dove i colori si susseguono alla stessa maniera degli stati d’animo tra luci e ombre rarefatte e scomposte.
"La pittura è poesia silenziosa, la poesia è pittura che parla".
Questa frase del poeta greco Simonide di Ceo mette a confronto due forme d’arte diverse e complementari nell’emozionarsi.
Se pensa al momento oppure all’immagine da cui è scaturito il suo “fare pittura”, quale sceglierebbe?
Scegliere l’emozione tra due forme di arte così potenti è non riconoscere a queste forme la magia che esprimono, sono valide entrambi.
Eventuali sfumature possono emergere dalla differenza soggettiva artistica.
Io esprimo tramite la pittura la poesia silenziosa che è in me, e i colori, le linee, le immagini, diventano così parole non scritte.
Non a caso si è detto “fare pittura”, perché in una composizione pittorica, oltre ad un sentimento o un’idea, ci sono lo stile e la tecnica.
Quali sono lo stile e la tecnica che caratterizzano le sue opere pittoriche?
Predilige la riproduzione della realtà oppure la reinterpretazione e la sperimentazione dei linguaggi pittorici?
Il mio “fare pittura” è proprio in quella necessità e conseguenza di quanto sento e vedo, di quanto l’emozione trasforma il mio voler esprimere, e lo stile e la tecnica diventano un percorso tra quello che sono e quello che voglio essere.
Nel mio stile tra l’impressionismo e l’effettismo in tecniche che vanno dall’acquerello all’olio, nell’uso di spatole e pennelli, nella ricerca continua e lettura della realtà, nonché nella reinterpretazione di essa secondo quanto la mia anima trova e … ritrova.
La ricerca dell’immagine e della sovraesposizione mediatica hanno monopolizzato la nostra società.
Pensa che l’arte possa tuttora esercitare un ruolo divulgativo di contenuti e veicolare emozioni?
L’immagine al di là della sovrapposizione mediatica, ma ancor di più della sua conseguente inflazione di contenuti e forme, resta una delle forme più efficaci per comunicare, per esprimere nella immediatezza dei colori e delle forme le emozioni di chi propone, e diventa segno, simbolo, luce!
L’arte ha questo privilegio e questa missione è insita in essa.
Ed oggi e domani ci sarà per dare alle emozioni la loro natura di immortalità.
Se fosse possibile tornare indietro nel tempo, quale corrente artistica sceglierebbe come più coerente all’impronta estetica che segna le sue opere?
Proprio da tutto quanto appena detto, è evidente che la corrente in cui mi ritroverei, coerente al mio pensiero di pittura, e di realtà rappresentata, è l’impressionismo.
La nostra intervista è iniziata con un’antica definizione della pittura.
Qual è la sua definizione e qual è il rapporto con le sue opere?
La mia definizione di pittura è nella risposta della prima domanda, ovvero un silenzioso esprimere tramite i colori e le forme la mia visione e interpretazione della vita.
Dipingere è vivere o rivivere, è dire e ascoltare.
Per me dipingere è conversare in silenzio.
Ciò che diventa opera, è sempre un ritorno all’origine del mondo, all’origine della vita, e le mie tele o i miei cartoncini sono le tracce della mia anima.
Le tele di Bianca Rita Teatini sono foto scattate nei percorsi dell’anima, diventando pentagrammi sinestetici evocativi delle composizioni impressioniste; laddove i timbri leggeri degli strumenti re-interpretano i colori degli stati d’animo, impressioni evanescenti tra spazio e tempo da “vivere o rivivere, dire e ascoltare.”
Forse che la stagione della vita di ciascuno non possa considerarsi la quinta stagione che silenziosa nelle proprie parentesi d’inizio e fine trascorre nello scenario della natura?
Di certo Bianca Rita Teatini ha imparato a riconoscere ed interpretare in forme e colori l’archetipica melodia offerta dalla natura resiliente all’anima umana che si fermi ad ascoltarla.
Bianca Rita Teatini, olio su tela, 120 x 60
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