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La Dimora del Graal

Aci Trezza, Nuccio Rodolico espone a Villa Fortuna




In quale fra i luoghi della Sicilia si mescolano storia, mito e leggenda in diversi linguaggi dell’arte?


È Aci Trezza, il borgo marinaro dove si trova il Cantiere Rodolico, nato come uno sbocco a mare della città di Aci SS. Antonio e Filippo alla fine del 1600.


Aci Trezza, lo scenario naturale del cantiere Rodolico


Qual è la storia del Cantiere Rodolico? Quali gli obiettivi di questa mostra come di tante altre iniziative proposte dai mastri d’ascia di Aci Trezza?


Furono i principi Riggio a favorire la costruzione delle prime case ad Aci Trezza affittate a marinai di zone vicine.


L’isola di Lachea, Faraglione Grande, Faraglione di Mezzo e il Faraglione degli Uccelli formano l’arcipelago, che dall’anno 2004 è un’Area Marina Protetta antistante Aci Trezza, il paese diramato in viuzze, protetto dal San Giovanni Battista e sorvegliato dal Bastioncello, torre difensiva del 1672.


Anticamente erano due i bastioni, uno detto “Torre della Trizza” e l’altro “Torre dei Faraglioni”.


Torre della Trizza” sorvegliava il mare aperto e quello verso Capo Mulini ed oggi non è più visibile.


Mentre “Torre dei Faraglioni” o “Bastioncello”, sentinella che guardava verso i faraglioni, in origine formata da due piani, oggi presenta soltanto il piano terra.


Se Aci Trezza è dimora del mito di Ulisse e Polifemo, narrato da Omero nell’Odissea, e dell’amore contrastato tra la ninfa Galatea e il pastore Aci, raccontato da Ovidio nelle Metamorfosi, allora la bellezza suggestiva degli scogli possono ispirare favole moderne, navigando intorno agli scogli dei tuffi e delle onde, della balena, dei gabbiani o del pirata.


In questo scenario, davanti all’isola Lachea, si trova il Cantiere Navale della famiglia Rodolico, che da cinque generazioni modella il legno per costruire imbarcazioni.


Quelle stesse imbarcazioni, decorate da pingisanti artisti ed insieme artigiani, che in mare aperto diventano protagoniste durante la pantomima “U pisci a Mare”, risalente al XVIII secolo, rappresentata dai pescatori di Aci Trezza che mimano la pesca di un pescespada.


…alla ricerca dello spado più lontano…


Nuccio Rodolico, mastro d’ascia di Aci Trezza, espone le foto riferite ad una battuta di pesca fatta a bordo del Cesare II, costruito nel Cantiere Navale Rodolico alla fine degli anni '80.


L’esposizione, composta da circa 90 foto, testimonia i momenti di vita dell'equipaggio trascorsi a bordo della motopesca nel marzo-aprile 1992.


Afferma Nuccio Rodolico:


«unica esperienza che da sempre volevo fare per testimoniare la vita di bordo di un'imbarcazione realizzata dal Cantiere, queste foto sono sempre rimaste in un cassetto con la speranza di condividerle un giorno con tutti gli amanti del mare».


Prima data storica del Cantiere risale al 1808, quando venne registrata la prima fattura negli archivi della Regione Siciliana.


Nel 1908, a distanza di un secolo, si documenta la missione del cantiere Rodolico con la fabbricazione di una barca commissionata agli artigiani di Aci Trezza dall’Università degli Studi di Catania, destinata al trasferimento dei passeggeri sulle Isole dei Ciclopi.


Non a caso si parla di missione, perché l’attività di mastro d’ascia della famiglia Rodolico, operativa ad Aci Trezza già quando Giovanni Verga scriveva dello Scalo dei Malavoglia, sopravvive sebbene dal 2010 il Cantiere ha subìto la chiusura degli scali d’alaggio, considerato causa d’inquinamento.


Il cantiere Rodolico si è ritrovato a pagare verbali, contraendo prestiti, e a convivere con il ricordo dell’ultimo peschereccio costruito nel 1990: Agatino, lungo 28 metri.


Lo stesso anno in cui il Ministero della Marina Mercantile ha deliberato di non autorizzare permessi di pesca e la costruzione di pescherecci con importanti dimensioni, ammenoché si tratti di piccole barche da diporto.


Le attuali leggi in ambito ambientale non consentono di tirare le barche a secco ad Aci Trezza, così da fare cessare la manutenzione invernale dei pescherecci.


Se l’originario Cantiere Rodolico, situato nella zona denominata “stagnitta”, rinominata “Via Rodolico”, può vantare negli anni Cinquanta la costruzione di pescherecci lunghi fino a 40 metri, oggi la burocrazia ha portato il Mastro Turi e Giovanni Rodolico a fabbricare piccoli modelli in scala di barche tipiche:


la nassarola, la sardara catanese, la pescatora e la fiscinara.




L’arte di un mestiere è ridotta in scala con riproduzioni di pescherecci così piccole e magistralmente lavorate da incuriosire scolaresche e turisti.


Giovanni Rodolico ha lottato in difesa della sua attività contro la burocrazia che lo puniva per occupazione abusiva di suolo pubblico e ha vinto grazie anche al sostegno della comunità locale e dell’Associazione Culturale Centro Studi Acitrezza.


Può un mestiere d’arte millenario come il “mastro d’ascia” non essere tutelato nella memoria delle nuove generazioni?


La risposta sta nel fatto che la storia e la tradizione sono ineludibili presupposti del futuro di qualsiasi generazione.


Sotto il segno di questa verità i maestri d’ascia di Aci Trezza vogliono istituire un museo, dove le foto hanno il valore di documenti e le piccole imbarcazioni testimoniano il patrimonio artigianale-artistico formato da lavoro, esperienza e passione.


Si tratterebbe di un museo divulgativo e formativo, memore dei riconoscimenti attribuiti allo storico Cantiere Rodolico, fra i quali:


Inserimento delle “barche in legno trezzote” nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia - 22 maggio 2014;


Approvazione all’unanimità dal Consiglio comunale di Acicastello di un Regolamento a tutela della marineria storica, destinando un’area del porto di Acitrezza alle “barche in legno trezzote” - 28 aprile 2016;


Il 14 marzo 2018 Salvatore Rodolico viene inserito nel “Libro dei Tesori Umani Viventi” del Registro delle Eredità Immateriali della Regione Siciliana, con la motivazione:


Imparato il mestiere dal padre, come d’uso per i mestieri tradizionali, il signor Rodolico rappresenta la vecchia tradizione dell’arte marinara, uno degli ultimi in grado di mantenerla viva come artigiano locale purtroppo in estinzione”.


Altro riconoscimento ricorda la consegna di una targa celebrativa dal Comune di Acicastello a Salvatore Rodolico in onore al lavoro dei Mastri d’Ascia per la tutela, la valorizzazione ed il riconoscimento - 11 giugno 2018.


Se il film neorealista del 1948 “La terra trema” di Luchino Visconti ha scelto attori selezionati tra gli abitanti di Acitrezza per consegnare alla storia del cinema la veridicità dell’interpretazione, arricchita dal patrimonio dialettale; allora anche il progetto di Salvatore, Nuccio e Giovanni Rodolico aspira, tramite l’attività divulgativa di un museo, a consegnare alla storia l’antico mestiere del mare per traghettare le nuove generazioni alla custodia del patrimonio locale e collettivo rappresentato dall’ambiente e dalla cultura.


La mostra di Nuccio Rodolico è inclusa tra le iniziative del Centenario della morte di Giovanni Verga.


Sarà inaugurata a Villa Fortuna il 26 aprile 2022 e si potrà visitare dalle ore 16:00 alle 19:00.


Nei giorni 27/4-30/4, la mostra rimarrà aperta dalle 16:00 alle 19:00, rispettando le vigenti direttive sanitarie anti Covid-19.


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